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Ingrid Bergman e Roberto Rossellini: la relazione che sconvolse Hollywood

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C’era una volta il cinematografo, con il suo magnifico bianco e nero e le immagini un po’ sfocate. C’era una volta il Neorealismo italiano, con gli attori presi dalla strada e i set improvvisati. C’era una volta l’età d’oro di Hollywood, lo star system, il divismo, le major. C’erano una volta Ingrid Bergman e Roberto Rossellini… due esponenti di questi mondi opposti del passato, i cui destini si incrociarono per una breve ma intensa parentesi.

Roberto Rossellini

Roberto Rossellini nacque a Roma l’8 maggio del 1906. Era il figlio dell’imprenditore Angiolo Giuseppe Rossellini, artefice della costruzione dei cinema Barberini e Corso. In virtù delle opere del padre, il giovane Roberto godette di un lasciapassare illimitato che gli permise di frequentare assiduamente le sale, avvicinandosi e appassionandosi sempre di più alla settima arte. Pur non avendo alle spalle alcuno studio teorico, cominciò la sua carriera come montatore. Nel 1936 convolò a nozze con la costumista Marcella de Marchis, da lui affettuosamente soprannominata Marcellina. Dalla loro unione nacquero due figli: Romano, morto nel 1946 a soli 9 anni, e Renzo.

Marcella “Marcellina” de Marchis

Nel frattempo, l’Italia era caduta vittima del fascismo. Mussolini aveva intuito il potenziale della nuova arte e aveva trasformato il cinema italiano in un prodotto consono al regime. La censura fascista era categorica e ogni pellicola doveva rispecchiare il modello patriottico tanto caro al Duce.

In questo clima, Rossellini esordì alla regia con La Nave Bianca (1942), film celebrativo della gloriosa Regia Marina Italiana, il cui soggetto recava la firma di Vittorio Mussolini, secondogenito di Benito. Il regista non era un collaborazionista, ma, a seguito della nazionalizzazione dell’industria cinematografica, non poté far altro che sfruttare la sua amicizia con Vittorio.

Screenshot del film La nave bianca

Mentre la sua carriera decollava, il matrimonio con Marcellina iniziò a sfaldarsi: Rossellini era famoso per essere un dongiovanni e ben presto si separò dalla moglie, che, non covando alcun rancore nei suoi confronti, per lui nutrì sempre un profondo affetto.

Nel giugno del 1944 le truppe alleate liberarono Roma e la definitiva caduta del regime fascista, con conseguente assenza di qualsiasi organo amministrativo incaricato di controllare e censurare la produzione cinematografica, permise la nascita del celebre Neorealismo: non era più necessario raccontare storie legate ai fini ideologici del regime, così i registi iniziarono a scendere in strada, talvolta muniti di copioni improvvisati, raccattando attori non professionisti tra la folla, e a filmare vicende talmente realistiche da impressionare gli spettatori di tutto il mondo. Rossellini, annoverato come uno dei padri del nuovo movimento artistico, girò Roma città aperta (1945) con la compagna Anna Magnani. La guerra era finita da pochi mesi e si narra che quando i passanti videro gli attori vestiti da ufficiali nazisti li scambiarono per soldati veri e gli lanciarono contro delle pietre.

Roma città aperta: la sequenza più famosa del film, con la straordinaria Anna Magnani

Il film successivo fu Paisà (1946), che bissò il successo del precedente e catturò l’attenzione di una persona in particolare. Dall’altra parte del mondo, una bellissima attrice bionda di origini scandinave rimase estasiata dall’incredibile impatto emotivo delle sue prime due opere neorealiste ed ebbe l’impulso di scrivergli una lettera.

Caro signor Rossellini,

ho visto i suoi film, Roma città aperta e Paisà. Se avesse bisogno di un’attrice che parli bene l’inglese, che non abbia dimenticato il tedesco, che se la cavi col francese e che in italiano sappia solo dire ti amo, sarei felice di lavorare con lei.

Ingrid Bergman nel 1944

Ingrid Bergman nacque a Stoccolma il 29 agosto del 1915 dallo svedese Justus Samuel Bergman e dalla tedesca Frieda Henriette Auguste Louise Adler. Ebbe un’infanzia difficile: perse la madre a due anni e il padre quando ne aveva tredici. Esordì al cinema con una piccola parte nella commedia Il conte della città vecchia (1935); successivamente il regista Gustaf Molander la notò e la consacrò come una delle giovani attrici più talentuose della Svezia. Nel 1937 sposò il dentista e futuro chirurgo Petter Lindström e l’anno successivo nacque la loro unica figlia, Pia. Dopo esser stata privata di entrambi i genitori, Ingrid aveva finalmente una famiglia tutta sua, ma l’idillio fu breve.

Intanto, a Hollywood, David O. Selznick, il celebre produttore di Via col vento, era in cerca della nuova Greta Garbo, diva svedese del cinema statunitense la cui carriera era in fase calante a seguito del passaggio al sonoro, e trovò il profilo ideale in una sua connazionale.

Selznick invitò la Bergman in California e la mise sotto contratto per sette anni. Nel 1939, anno d’uscita del suo primo lavoro hollywoodiano, Intermezzo: una storia d’amore, gli spettatori americani poterono ammirare una bellezza nordica acqua e sapone – viso angelico e sguardo magnetico – che, nel giro di pochi anni, divenne una diva a tutti gli effetti.

Se da un lato la sua vita professionale andava a gonfie vele, dall’altro, il matrimonio con Petter, che nel frattempo si era trasferito con Pia in California, si deteriorò lentamente, giungendo infine a una separazione. La piccola Lindström rimase col padre e da allora riuscì a vedere la madre solo poche volte. Ingrid ebbe numerosi flirt: con Gary Cooper, suo collega sul set di Per chi suona la campana, e con il fotoreporter Robert Capa. Quest’ultimo le fece scoprire i nuovi maestri del cinema italiano. La diva rimase affascinata da Roma città aperta prima e Paisà dopo, e, in cerca di nuove avventure cinematografiche, scrisse la lettera a Rossellini.

Quando il regista romano la ricevette, entrambi erano all’apice del successo, e lui certamente non poteva farsi sfuggire un’occasione del genere, perciò si recò a Londra, dove Ingrid stava girando un film con Hitchcock. Rossellini era alle prese con i preparativi di un nuovo lungometraggio intitolato Stromboli – Terra di Dio, ambientato sull’omonima isola e destinato a essere interpretato dalla Magnani, ma Cupido era in agguato. Subì il fascino della Bergman e le propose il ruolo. Inutile dire che la notizia scatenò l’ira di Anna Magnani.

Bergman e Rossellini sul set di Stromboli

A Londra, i due si frequentarono assiduamente e l’attrice lo invitò anche nella sua villa. In una festa con la crème de la crème di Hollywood, si appartarono in cucina e lì nacque ufficialmente la loro storia d’amore. Stando ad alcune voci, pare che l’attrice svedese abbia confessato al figlio Roberto, primogenito della coppia, che lo concepirono proprio in quel frangente.

Roberto Rossellini e Ingrid Bergman negli anni ’50

Quando tornò in patria, il regista dovette affrontare i produttori che, poco convinti del cambio d’interprete, lo sollevarono dall’incarico, trasferirono la location a Vulcano (e Salina) e sostituirono il titolo originale con Vulcano. A capitanare il nuovo progetto c’era sempre la Magnani, furiosa per la burrascosa fine della relazione con Rossellini e intenzionata a dargli battaglia. Nell’estate del 1949, le due isole siciliane furono il teatro di un’aspra lotta fra set (la stampa la definì la guerra dei vulcani) e la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica non era certo dalla parte della neonata coppia di artisti.

Ingrid Bergman sul set di Stromboli

All’inizio della loro frequentazione, entrambi erano ancora formalmente sposati e la stampa hollywoodiana non poteva non condannare una donna adultera che, in precedenza, aveva goduto di un’immagine pubblica immacolata. Nello star system vigeva l’idealizzazione delle dive: le grandi attrici che lavoravano nella città californiana dovevano essere dei modelli per il pubblico e le major non esitavano a insabbiare qualsiasi notizia scabrosa e deleteria per la loro reputazione. La Bergman, invece, aveva abbandonato la terra che l’aveva consacrata e aveva destato scalpore con una relazione totalmente inaccettabile per la mentalità statunitense, intrisa di puritanesimo. La situazione si aggravò quando si seppe che già sul set di Stromboli era incinta. Furono eclatanti le dichiarazioni di Edwin C. Johnson, un senatore del Colorado, che definì lei

Un’apostola del degrado, un’incarnazione del male

e lui

Un comunista, un turpe collaboratore nazista, uno spietato parassita operatore del mercato nero, un complice dei trafficanti di droga e un predatore da camere da letto

Le dure parole rivolte a Rossellini sono, però, imputabili al contesto politico del dopoguerra. Gli USA aveva appena concluso vittoriosamente la lotta a Hitler e, a causa del collaborazionismo del regime fascista, gli italiani non erano visti di buon occhio.

Nel frattempo, la guerra delle due isole proseguiva e, nonostante avesse iniziato a girare prima dei rivali, Rossellini completò le riprese in ritardo. Vulcano vinse la corsa al botteghino, ma, ironia della sorte, Anna Magnani subì ugualmente l’ennesima beffa.

Geraldine Brooks ed Anna Magnani nella locandina del film Vulcano

Caso volle che lo stesso giorno dell’uscita in sala del suo film, il 2 febbraio del 1950, la Bergman desse alla luce Roberto Ingmar Rossellini, notizia che occupò tutte le prime pagine dei giornali. La vendetta dell’attrice italiana nei confronti della rivale svedese si consumò alcuni anni dopo, quando si aggiudicò un Oscar per La rosa tatuata mentre, in contemporanea, il matrimonio del suo ex compagno cadeva a pezzi.

Poco prima della nascita del loro primogenito, Ingrid e Roberto avevano finalmente ottenuto il divorzio da Petter e Marcellina ed erano convolati a nozze; nel 1952 la coppia ebbe due gemelle: Isotta e Isabella. In ambito lavorativo, marito e moglie girarono insieme Europa ’51, Viaggio in Italia, La paura e Giovanna d’Arco al rogo.

Bergman e Rossellini

Pur essendo un artista, Rossellini era comunque un uomo dalla mentalità chiusa e pretendeva che nessun altro all’infuori di lui dirigesse la Bergman. Dal canto suo lei amava i film del marito, ma iniziò a sentir nostalgia del cinema hollywoodiano. La pellicola della svolta fu Anastasia, del 1956.

La Fox richiamò Ingrid in California e le offrì il ruolo della presunta granduchessa russa scomparsa. L’attrice ignorò il categorico veto del marito, accettò la parte e riconquistò il pubblico statunitense. “È bello tornare dopo dieci anni a Hollywood e vedere che l’industria del cinema sia ancora amichevole nei miei riguardi, perché sono uscite false notizie sul fatto che non mi piacesse Hollywood. A me non piaceva il sistema, ma ho sempre amato la gente”, furono le sue dichiarazioni a un giornalista. In effetti, sembrava che le persone le avessero perdonato tutto e il controsenso della vicenda è ben riassunto in questa sua frase:

Sono passata da santa a puttana e poi di nuovo a santa in una vita sola.

Ormai l’idillio con Rossellini era finito. Il regista iniziò ad accumulare debiti, ad avere nuove amanti (e poi una nuova moglie), e la coppia divorziò ufficialmente nel 1957, ma non senza attriti: la Bergman perse la causa in tribunale e la custodia dei figli andò all’ex marito. Ingrid si sposò ancora una volta, con l’impresario teatrale svedese Lars Schmidt e, malata di cancro, si spense il 29 agosto del 1982, nel giorno del suo sessantasettesimo compleanno.

Roberto Rossellini, invece, si ritirò in solitudine in un residence di Roma, dove morì il 3 giugno del 1977, in seguito a un attacco cardiaco; insieme a lui c’era Marcellina, la sua prima moglie… l’unica che andava ancora a trovarlo.

La relazione tra il grande regista italiano e la diva di Hollywood fu uno scandalo mondiale che riempì a lungo le pagine dei giornali, ma la storia del cinema non può che ringraziare per essa, perché, sebbene non ci sia stato un lieto fine, ha regalato a milioni di spettatori uno dei più importanti sodalizi della settima arte.

C’era una volta Roberto Rossellini, maestro indiscusso del neorealismo; c’era una volta Ingrid Bergman, una delle più grandi attrici mai apparse sullo schermo. Tutto ebbe inizio con un Caro signor Rossellini, dopodiché… Galeotta fu la lettera e chi la scrisse.

Tutte le immagini sono di pubblico dominio


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